E per conoscenza: al Direttore del Centro di Ricerca Rifiuti Zero – Alle associazioni del territorio della Valdisieve – Alla stampa – Ai social.
Le volontarie e i volontari del Laboratorio di Riparazione e Riuso di Londa e dell’Associazione RifO’ che lo gestisce, forti dell’esperienza accumulata nel tempo, intendono attirare la vostra attenzione su quanto segue:
Il Laboratorio di Riparazione e Riuso di Londa compirà, il prossimo 16 novembre, 5 anni. Sono stati 5 anni molto intensi, di impegno, di apprendimenti, di contatti, di rapporti umani ricchi e produttivi. In questi 5 anni abbiamo imparato che la pratica del riuso e della riparazione sono importanti nel nostro, come in ogni territorio, e sarebbe fondamentale praticarla su più larga scala.
Perché il centro del riuso:
- intercetta una grande quantità di beni recuperabili; questo risparmia energia, emissioni e produzione di rifiuti, con tutte le positive conseguenze del caso. Il nostro piccolo laboratorio ripara e rimette in circolo un gran numero di AEE che diventerebbero RAEE senza quell’intervento. Risparmia alla discarica circa 4 tonnellate di beni ogni anno. Ma conosciamo le cifre ben più alte che i Centri di Riuso più grandi possono generare. In generale in Italia, secondo il Rapporto Nazionale sul Riutilizzo 2024, a cura dell’Osservatorio del Riutilizzo, sono circa 600.000 le tonnellate di beni che ogni anno potrebbero essere salvati dallo smaltimento. Lo stesso Rapporto afferma, che dati i dodici anni intercorsi tra la programmata e l’effettiva uscita del Decreto sulla materia (DM 119 del 10(07/23), sono stati sprecati 7 milioni di tonnellate di beni ancora utilizzabili. Ricordiamo che le più recenti disposizioni europee, in particolare sul reperimento delle materie prime critiche, sulla preparazione al riutilizzo e sul diritto alla riparazione, vanno fortemente in questa direzione e stanno impegnando gli Stati Membri a legiferare e le Amministrazioni Locali a organizzarsi per raggiungere i relativi obiettivi;
- crea un nucleo importante di coscienza civica nel territorio: si è visto che dove esistono i centri di riuso la popolazione è anche più attenta alle pratiche di raccolta differenziata e di decoro dell’ambiente. Questo lo possiamo toccare con mano, anche se non siamo in grado di quantificarlo statisticamente: le persone che ci frequentano sono portate a elaborare e a trasferire alla propria vita quotidiana e ad altre persone, le informazioni e le riflessioni che la pratica del riuso genera;
- crea occasioni di economia e di posti di lavoro: il nostro centro è molto piccolo e apre solo 7 ore a settimana ma è fortemente in attivo con i propri bilanci. Possiamo calcolare facilmente che un centro grande e attrezzato, aperto ogni giorno, potrebbe dare un reddito a più persone;
- crea occasione di impiego anche a persone svantaggiate, che trovano nel riuso e nella riparazione, spesso gestiti da associazioni o cooperative, l’ambiente giusto per sviluppare capacità non sempre evidenti;
- é un punto di incontro, dove la varietà delle merci esposte, la loro svariata provenienza ed eterogeneità, è uno stimolo importante alla creatività. Il Laboratorio di Londa riceve infiniti suggerimenti, stimoli, proposte dai suoi visitatori, e noi, volontarie e volontari, ci rendiamo conto di quanti talenti sono pronti a essere utilizzati e quanto la piccola dimensione del centro che gestiamo non consenta di valorizzarli;
- è un punto di grande attrazione per il centro abitato che lo ospita.
Tutto ciò detto, sapendo bene che la nostra, fin dall’inizio, voleva essere un’esperienza “pilota” riteniamo che dopo 5 anni possiamo trarre alcune importanti deduzioni e conseguentemente rivolgere agli amministratori locali un appello:
La nostra è un’esperienza positiva, che è andata crescendo, nel numero di beni salvati, di persone che ci frequentano, di buoni rapporti intrecciati, di reti di relazioni create e di radicamento nel territorio. Ma scontiamo la frustrazione, che spesso avvertiamo, di non avere la dimensione per intercettare l’enorme quantità di beni che si potrebbero salvare e ridistribuire con locali, personale e organizzazione adeguata. Le richieste che noi non possiamo evadere sono innumerevoli e riguardano una grande quantità di beni dismessi da privati e aziende. Purtroppo né la pubblicazione sui social, né il nostro personale impegno a mettere insieme offerte e bisogni, sono sufficienti a rendere disponibili i beni in buone condizioni che potrebbero avere una seconda vita.
Di qui l’appello: i comuni, tutti insieme, e il gestore dei rifiuti, dovrebbero porsi l’obiettivo di un grande centro di riuso e di riparazione, adeguato ai bisogni del territorio, come del resto richiedono le normative europee e nazionali, gestito da una cooperativa sociale, in sinergia con le associazioni del territorio, o da chi gli amministratori riterranno più opportuno. Dovrebbero inoltre creare le condizioni per favorire l’apertura di centri per la Preparazione al Riutilizzo ai sensi del DM 119 del 10/07/23. Gli esempi a cui ispirarsi sono tanti e di grande successo, in tutta Italia, disponibili a mettere in comune la loro competenza.
Le Volontarie e i Volontari del Laboratorio di Londa sono a disposizione per condividere la loro esperienza, in qualsiasi momento.
I Volontari e le Volontarie del Laboratorio di Londa
La presidente dell’Associazione RifO’ Olivia Santavenere
Londa 4 novembre 2024
https://www.facebook.com/labriusolonda
laboratorioriparazioneriusolonda.blogspot.com
FONTE: https://valdisieveintransizione.org/notizia/lettera-aperta-sul-riuso/